
I buoni fruttiferi postali hanno rappresentato per decenni una solida e sicura forma di risparmio per milioni di italiani.
La loro popolarità è stata alimentata dalla garanzia dello Stato e dalla semplicità di gestione. Tuttavia, molti risparmiatori si trovano ora a dover affrontare una realtà poco confortante: la possibilità di perdere per sempre il valore di vecchi buoni fruttiferi dimenticati in un cassetto. Ma cosa succede quando ci si imbatte in buoni che si pensava fossero ancora validi? Analizziamo la normativa vigente e i rischi connessi alla prescrizione di questi strumenti di risparmio.
La legge stabilisce che i buoni fruttiferi postali hanno una scadenza specifica e, una volta superato il termine, non è più possibile ottenere il rimborso. Ad esempio, se un risparmiatore trova un buono fruttifero degli anni ’60 del valore di 10.000 lire, potrebbe essere sorpreso nel sapere che, se fosse ancora valido, il suo valore attuale, compresi gli interessi, potrebbe arrivare a circa 68.000 euro. Tuttavia, la normativa del Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) è chiara: una volta scaduti, i buoni postali non maturano più interessi e non è possibile richiedere alcun rimborso.
Un aspetto fondamentale da considerare è che il termine di prescrizione inizia a decorrere dalla data di scadenza del buono, non dal momento in cui lo si ritrova. Questo significa che anche se un risparmiatore si accorge di avere un buono scaduto da anni, non potrà più beneficiarne. Inoltre, dopo la scadenza, il capitale non viene rimborsato e non si applica alcuna rivalutazione monetaria. Gli unici buoni che prevedono un adeguamento all’inflazione sono quelli indicizzati, ma solo fino alla loro naturale scadenza.
Secondo quanto stabilito da Poste Italiane, il diritto al rimborso di un buono fruttifero postale si prescrive dopo dieci anni dalla sua scadenza. Questo significa che, superato questo termine, il risparmiatore non potrà più richiedere il pagamento né del capitale investito né degli interessi accumulati. È quindi fondamentale tenere d’occhio la data di scadenza dei propri buoni fruttiferi postali per evitare di incorrere in questa spiacevole situazione.
Come riscuotere i buoni in tempo
Per chi ha la fortuna di avere buoni ancora validi o che non sono ancora scaduti, è importante sapere che il rimborso degli stessi può essere richiesto in qualsiasi momento, a condizione che non siano prescritti. Se i buoni sono emessi in forma cartacea, il risparmiatore può recarsi presso qualsiasi ufficio postale per effettuare la richiesta di rimborso, previa verifica della propria identità. Se, invece, i buoni sono emessi in forma dematerializzata, il rimborso può avvenire direttamente sul conto corrente collegato, anche in forma parziale.

Per non rischiare di perdere il valore dei propri buoni fruttiferi postali, è utile seguire alcuni semplici consigli:
- Controllare periodicamente i propri buoni, verificando le relative date di scadenza.
- Riscuotere i buoni prima della scadenza, considerando che la prescrizione avviene dieci anni dopo la scadenza naturale.
- Informarsi presso gli uffici postali per verificare lo stato del proprio investimento, soprattutto se si possiedono buoni fruttiferi emessi molti anni fa.
- Effettuare un colloquio con un operatore postale per ottenere informazioni utili sulle regole in vigore.
La gestione dei buoni fruttiferi postali richiede attenzione e cura. Una corretta informazione è fondamentale per evitare di perdere opportunità di guadagno e risparmio. Con le giuste informazioni e un monitoraggio costante, è possibile ottimizzare il proprio portafoglio di investimenti, garantendo una maggiore sicurezza economica.