
Da 1.000 a 2.000 euro: un aiuto concreto (www.libriamociasc uola.it)
Un rimborso sulle rate del mutuo annualmente versate, che può arrivare fino a 2.000 euro, rappresenta una novità.
Questa recente misura, introdotta dalla Legge di Bilancio 2024 e successivamente confermata dalla Legge di Bilancio 2025, mira a fornire un supporto tangibile alle famiglie che affrontano l’onere del pagamento del mutuo per la propria casa. Ma chi può beneficiare di questo nuovo rimborso e quali sono le modalità per ottenerlo?
Il rimborso in questione si inserisce nel contesto dei fringe benefit, ovvero quei beni e servizi che i datori di lavoro possono erogare ai propri dipendenti senza che questi ultimi debbano pagare le relative imposte. In base all’articolo 51, comma 3 del TUIR (Testo Unico delle Imposte sui Redditi), il valore massimo esentasse per tali benefit era fissato inizialmente a 258,23 euro. Per il solo anno 2024, la Legge di Bilancio ha innalzato questo limite a 1.000 euro per tutti i lavoratori e a 2.000 euro per quelli che hanno figli a carico.
Questa misura non è da considerarsi come un’agevolazione esclusiva, ma piuttosto come una parte di un sistema più ampio di supporto ai lavoratori. Gli importi previsti rappresentano la soglia di esclusione dal reddito imponibile, il che significa che non saranno soggetti a tassazione. È importante notare, però, che se l’importo dei fringe benefit supera il limite stabilito, l’intero valore dei benefit sarà soggetto a tassazione, non solo l’eccedenza.
Le novità introdotte dalla normativa hanno incluso anche la possibilità per i datori di lavoro di rimborsare ai propri dipendenti le spese sostenute per gli interessi passivi del mutuo, per l’affitto o per le bollette della propria abitazione principale. Ciò rappresenta un’opportunità significativa per molti, specialmente in un periodo in cui il costo della vita e gli interessi sui mutui sono in aumento.
Modalità di accesso al rimborso
Per accedere a questo rimborso, è fondamentale che il datore di lavoro decida di offrire questi fringe benefit. Non si tratta quindi di un obbligo, ma di una scelta strategica da parte dell’azienda per migliorare la soddisfazione e il benessere dei propri dipendenti. Le modalità con cui il rimborso può essere effettuato sono due:
- Erogazione diretta: Il datore di lavoro può decidere di pagare direttamente alla banca gli interessi passivi del mutuo ipotecario contratto per l’acquisto dell’abitazione principale del dipendente.
- Rimborso al dipendente: In alternativa, l’azienda può rimborsare direttamente al dipendente le somme versate per gli interessi passivi del mutuo.
È importante anche la precisazione dell’Agenzia delle Entrate, che ha chiarito che le spese per gli interessi passivi del mutuo possono essere rimborsate anche se il contratto è intestato a un coniuge o a un altro familiare, purché l’immobile su cui grava il mutuo sia utilizzato come abitazione principale dal lavoratore.

Per poter usufruire del rimborso, il lavoratore è tenuto a rilasciare una dichiarazione sostitutiva di atto notorio, attestando che le somme ricevute non sono state oggetto di richiesta di rimborso presso altri datori di lavoro. Questo passaggio è cruciale per garantire la correttezza e la legalità dell’operazione.
Va sottolineato che il rimborso degli interessi passivi del mutuo non è cumulabile con altre agevolazioni fiscali. Pertanto, il dipendente che riceve il rimborso non potrà portare in detrazione gli stessi interessi dalla dichiarazione dei redditi. Questo è un aspetto fondamentale da considerare, poiché, una volta rimborsati, gli interessi passivi non possono più essere considerati come spese sostenute dal lavoratore. Se il rimborso riguarda solo una parte degli interessi, il dipendente avrà diritto alla detrazione esclusivamente sulla quota che rimane a suo carico.
La possibilità di ottenere un rimborso fino a 2.000 euro per gli interessi passivi del mutuo rappresenta quindi un’importante opportunità per molte famiglie italiane, specialmente in un contesto economico che richiede sempre più attenzione alle spese quotidiane. Questa misura non solo allevia il peso del mutuo, ma può anche incentivare i datori di lavoro a implementare politiche di welfare aziendale più inclusive e vantaggiose per i propri dipendenti.